Sulla destra del Tronto. Le case, tranne il palazzo Organtini o del Cardinale (1571), sono della seconda metà del secolo scorso.
Il nome Grisciano rimanda a un tal Grisio, che i documenti farfensi ricordano nel 745 come possessore di vasti latifondi tra Umbria e Abruzzo Con it nome di Grisiano e documentato nel 1037 e di curtem de Cariano nel 1052.
La tradizione locale vuole che il paese si sia formato con il concorso di parte degli abitanti di Collefiorito (ora Spelonga). Il che potrebbe essere avvalorato dal fatto che le parrocchiali di Grisciano e di Spelonga sono entrambe intitolate a S.Agata.
Secondo l’amico d.Luigi Celani, che ne fu parroco dal 1941 al ’44 e che ne ha scritto la storia, il paese attuale sarebbe il terzo di questo nome: il primo si trovava sulla riva sinistra del Chiarino, nel luogo detto ancora Ngrisciano, e sarebbe andato distrutto durante le lotte del sec.XII; il secondo alla foce del Chiarino, da dove fu spazzato via in gran parte (26 case) dall’alluvione del 24 giugno 1858 e dalle successive del 1874, 1885, 1887 e 1902 Di questo secondo abitato, formato da strutture rinascimentali, restano le parti estreme, ossia il già ricordato Palazzo Organtini e Grisciano Vecchio dove, su alcuni architravi, decorati con stelle e stemmi di Accumoli, si leggono le date 1493, 1510 1554, 1664 ecc. Nel 1572 Grisciano fu sede di un sinodo indetto dal Camaiani forse per i sacerdoti delle vicarie dell’alto Tronto.
Si tramanda in paese il ricordo del passaggio di s.Benedetto Labre, pellegrino 12 volte da Roma a Loreto (seconda met’ XVIII sec.). Una volta, ospite dei Rendina, predisse a una donna della casa la nascita di un “servo di Dio”: nacque Francesco Rendina, che poi fu parroco di Tufo. Net 1816 ai Mazzancolli una grande frana ostruì il Tronto.
Nell’anno 1900 gita a Pizzo di Sevo per celebrare l’anno santo (se ne conserva una memoria in elegante latino del parroco d. Pietrc Rufini). Nel 1944 nel cielo di Grisciano vi fu ur duello aereo tra inglesi e tedeschi. Nello stesso anno vi si acquartiero un reggimento proveniente da Cassino. Fino a qualche anno fa era viva in paese h tradizione dei poeti a braccio, tra i quali si ricordano Gaspare Cristallini, un certo Molichella e Gioacchino Rendina con il figlio Amadigi.
Nella nuova parrocchiale di S.Agata, costruita nel 1930 (l’antica era stata demolita nel ’23) e decorata a tempera da Giuseppe Canali, Madonna in trono con, Bambino o Madonna del latte o della Neve, pregevole terracotta policroma (m 1,39 x 0,83), mutila della base, dentro una nicchia quattrocentesca sormontata da un arco a cornice che incastona una conchiglia: opera di un seguace di Silvestro dell’Aquila (XV-XV] sec.); secondo la tradizione fu cotta sul posto, nella fonace ai Campi, certamente prima del 1580, quando menzionata in una visita pastorale; restaurata ne 1991. Nell’altare a destra la tela di S.Agata, più volte restaurata, di autore ignoto di modi tardomanieristici.
Le campane sono del 1616 (di Josef de Nursia) e del 1680 (rifusa nel 1947).
Nei dintorni: Rapino (villaggio scomparso, attestatc nell’XI sec. e in una donazione che Gusperto d Suppone fece al vest. di Teramo nel 1134 delle tern che gli appartenevano da Rapino, appunto, a Moss Sommatina) e Sasso di Rapino, poco discosto, dove v era l’ospedale (forse per lebbrosi) di S.Michele Arcangelo, dipendente dal capitolo di s.Pietro ir. Vaticano. Villaggio, chiesa ed ospedale andaronc distrutti dalle milizie sforzesche nel 1438, insieme con la vicina Casavecchia (la Casavetula atestat2 nelle carte dell’XI secolo).
Nel sec.XVII, Domenico Marinucci di Accumoli, arricchitosi col contrabbando, si nobiliò comprando per se il titolo di conte di Casavecchia.
Altro toponimo. Colle Petrone, dove nel medioevo vi era una Roccha sancti Pauli, per h tradizione caposaldo di uno dei tiranni della zona.
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Pagina aggiornata il 25/02/2016